La Città della Luce
Siamo qui
Perchè
non c’è alcun rifugio
ove nasconderci da noi stessi
Fuggiremo
Fino a
quando non sapremo incontrare noi
stessi
negli occhi e nel cuore degli
altri
Se temiamo di essere conosciuti
non possiamo conoscere noi stessi
né gli altri
Non avremo scampo
dai nostri segreti
Fino a quando non li
condivideremo
Saremo soli
Per questo siamo qui
Per manifestarci a noi
stessi nella Luce
Non come i giganti dei nostri sogni
Non come i nani
delle nostre paure
Ma come Uomini e Donne
parte di un Tutto
Col nostro
contributo da offrire
Guarigione Olistica
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CONOSCERE IL REIKI
Se volessimo dare una definizione sintetica del reiki, ma comunque bella, potremmo semplicemente dire che si tratta di amore universale e di energia pura. Il reiki, è una tecnica di guarigione fisica e spirituale, si avvale per i suoi fini dell’energia che fluisce liberamente nell’universo, trasmettendola là dove, per i più svariati motivi, essa viene a mancare.
Come molte terapie orientali, anche il reiki parte dal presupposto che nell’universo scorra una corrente energetica che pervade tutto ciò che vi è presente; un’energia che assume vari nomi a seconda delle diverse culture (ki in Giappone, qi in Cina, prana in India e così via).
Sebbene il reiki non pensi all’essere umano come a un semplice meccanismo, l’organismo umano funziona in modo in un certo senso simile; così, gli scompensi energetici provocano le malattie, disturbi fisici che solo apparentemente sono tali, e che in realtà sono provocati da stress, preoccupazione, ansia...
Il reiki interviene per ristabilire i livelli energetici. Il terapeuta reiki agisce come un “canale” di scorrimento dell’energia universale, facendola fluire dentro di sé e trasferendola nel ricevente tramite la semplice imposizione delle mani sul suo corpo. Perciò possiamo affermare che il reiki è una terapia naturale: si limita infatti a fare uso di ciò che è già presente in natura.
Il reiki non è un’arma da utilizzare contro i propri nemici. Abbiamo accennato al fatto che una persona può essere “canale” di reiki; ciò significa che essa è solo uno strumento di trasmissione dell’energia, che non può essere manipolata a proprio piacimento ma solo trasmessa al ricevente. Perciò non hanno senso pensieri negativi nei confronti di qualcuno. Non è così che funziona il reiki: un uso di questo genere sarebbe contraddittorio perché, come abbiamo detto all’inizio, il reiki è amore universale ed energia pura, e può essere impiegato solamente per aiutare gli altri. Chi volesse usarlo per danneggiarli, non otterrebbe alcun risultato, anzi perderebbe il suo tempo e coverebbe del rancore che finirebbe col farlo stare male.
Prepararsi a ricevere i trattamenti Reiki
Nel prepararsi a ricevere il reiki, al ricevente è solo chiesto di mettersi supino, di tenere gli occhi chiusi e mantenere le gambe parallele, evitando di incrociarle. Per il resto, il ricevente si può comportare secondo il bisogno del momento, lasciando libero sfogo ai propri sentimenti.
Non è costretto a restare immobile, si può grattare, può spostare braccia o gambe, può pensare a ciò che vuole, ridere o piangere, cantare o altro ancora.
Ciò nonostante si sente rapidamente pervadere da una grande calma e ben presto subentra un rilassamento completo. Indubbiamente, a questo senso di rilassamento contribuisce molto il fatto che accanto ci sia una persona che si sta prendendo cura di lui. Allora il ricevente non si sente più solo, abbandonato a se stesso, e ha veramente la sensazione di essere in contatto, tramite il terapeuta, con l’intero universo.
Per consentire un corretto svolgimento della seduta, è buona cosa rispettare alcuni semplici requisiti. Per prima cosa, la scelta dell’ambiente, che è meglio sia tranquillo e possibilmente privo di fonti di rumore. Sia il ricevente sia il terapeuta cerchino di mettersi in una posizione comoda: il primo per evidenti motivi di rilassamento, e il secondo perché altrimenti potrebbe faticare a mantenere a lungo una de terminata posizione, e rischierebbe così di assumere posizioni disagevoli e rigide che alla lunga gli risulterebbero fastidiose. Perciò si può improvvisare un lettino di altezza adeguata ponendo un’asse su due cavalletti e coprendola con un materassino. Dopo di ciò si abbassano un po’ le tapparelle, si tirano le tende o si abbassano le luci, creando un’atmosfera con luce soffusa (è meglio che non sia buio). Quindi si stacca il telefono; se possibile, è meglio staccare anche il campanello. Per favorire l’atmosfera di rilassamento, si può trasmettere una musica adatta. Ci sono anche dei CD e delle musicassette preparati appositamente per le sedute di reiki: ogni 3 minuti, suona una campanellina che indica il passaggio alla posizione successiva. Si può anche bruciare qualche olio aromatico. Il terapeuta e il ricevente si tolgono poi articoli di bigiotteria e gioielli, l’orologio e gli eventuali occhiali. Se non indossa una tuta comoda, il ricevente allenta la cintura, slaccia i vestiti stretti e toglie le scarpe. A questo punto si mette supino; eventualmente, si può coprire con una copertina perché, restando fermo per un po’, potrebbe sentire freddo. Ha allora inizio la seduta. Il terapeuta si lava le mani e si mette di fianco al ricevente. Durante tutta la seduta, parlerà solo per dare le necessarie indicazioni al ricevente, soprattutto quando questo si mette in posizione prona per passare al trattamento della parte posteriore. Chiunque può assistere alla seduta, sempre che non disturbi, per tutta la durata del trattamento. Per quanto riguarda il ricevente, è meglio che tenga chiusi gli occhi, e li riapra soltanto alla fine del trattamento; questo aiuta il rilassamento.
Le reazioni ai trattamenti Reiki
Per intenderci, potremmo paragonare le sedute di reiki a una salutare sauna. Attraverso il sudore provocato dal forte calore della sauna, il nostro corpo si purifica espellendo tutte le tossine. Allo stesso modo, l’energia che ci viene trasmessa con il reiki smuove e sgretola “concrezioni” più o meno pro fonde della nostra personalità e contribuisce all’eliminazione di tossine, sia di natura fisica (e si consiglia perciò di bere molto dopo i trattamenti, per facilitare la loro espulsione) sia di natura psichica. Infatti si tratta di una purificazione non soltanto organica ma anche spirituale, unica premessa possibile alla guarigione, che può avvenire solo nel momento in cui psiche (parola greca che, non casualmente, significa anima) e corpo ritrovano l’equilibrio in un essere umano finalmente integro.
Le reazioni variano, naturalmente, da individuo a individuo e dipendono anche dal disturbo di cui si soffre. Si possono verificare sfoghi di vario tipo, segno che l’organismo sta espellendo tutte le sostanze tossiche. Ma, quello che più conta, possono emergere vecchi stati d’animo che erano stati a lungo repressi perché ci provocavano sofferenza, e per questo motivo si erano forse anche dimenticati. Ma ora, alimentati da una nuova energia, siamo in grado di vedere quegli stati d’animo sotto una luce diversa e di imparare a convivere con essi, come è giusto che sia. Oppure, ci accorgeremo di poter fare a meno di certi aspetti ormai inutili della nostra personalità. Insomma è come se il reiki ci avesse dato nuove orecchie per imparare ad ascoltare i messaggi che provengono dal nostro inconscio, messaggi che prima non eravamo in grado di comprendere.
Qualsiasi reazione è solo passeggera, rappresenta solo uno stato di transizione verso un’altra fase. Non a caso si parla di “crisi di guarigione”: è a questa che ci conducono le reazioni che seguono alle sedute.
L’impossibilità del Reiki di nuocere
Molte persone che si accostano al reiki pongono spesso questa domanda: «Il reiki può far male?» In sostanza, esse temono che il reiki, pur essendo benefico, possa trasformarsi in un’energia nociva e pericolosa se chi lo trasmette, mettiamo, è spinto da cattive intenzioni o è inesperto. Sono, questi, tutti timori infondati. Chiunque pensi di utilizzare il reiki per i propri fini è sulla strada sbagliata. Abbiamo già visto come i blocchi, creatisi nel nostro organismo per i motivi più svariati, impediscono il fluire armonioso dell’energia nel nostro organismo. E Usui ci ha raccomandato di non arrabbiarci, di non preoccuparci, di non nutrire sentimenti negativi, tutti elementi di ostacolo al passaggio dell’energia. Allo stesso modo, chi pensa di poter utilizzare il reiki a danno di altri provoca, con il suo atteggiamento negativo, una serie di blocchi dentro di sé, e di conseguenza ostacola l’energia. Così, non solo il terapeuta non provocherà effetti negativi sul ricevente, ma lui stesso non riceverà dal reiki i benefici che si aspetta.
Questo suo atteggiamento dimostra infatti la mancanza di determinazione e volontà a cambiare, a guarire. Perciò sarà possibile magari (e aggiungiamo purtroppo!) subire l’ira o il rancore di un soggetto simile, ma non sarà mai possibile ritrovarsi in situazioni spiacevoli a causa del reiki inviato da questa persona.